Camera dei Deputati: Impignorabilità fondi AASSLL.

Risposta al Question Time presentato dall'On.le D'Anna al Ministro dell'Economia

 

Pubblichiamo il resoconto stenografico di seduta, nonchè il relativo video, inerente la risposta al Question Time (interrogazione a risposta immediata) al Ministro dell'Economia Prof. Mario Monti presentato dal Presidente di FederLab Italia On.le Dott. Vincenzo D'Anna inerente il blocco delle azioni esecutive nei confronti delle Aziende Sanitarie Locali ed Ospedaliere delle Regioni sottoposte ai piani di rientro dai disavanzi sanitari.

 

(Iniziative volte a garantire lo svincolo delle somme pignorate presso le tesorerie degli enti del Servizio sanitario nazionale nelle regioni sottoposte ai piani di rientro dai disavanzi sanitari - n. 3-01989)

 

PRESIDENTE. L'onorevole D'Anna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01989 concernente iniziative volte a garantire lo svincolo delle somme pignorate presso le tesorerie degli enti del Servizio sanitario nazionale nelle regioni sottoposte ai piani di rientro dai disavanzi sanitari (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, signor Ministro, intervengo per sottoporre alla sua attenzione e a quella del Governo una situazione alquanto incresciosa che si è determinata soprattutto nelle regioni meridionali, che sono gravate di un piano di rientro dal debito.
Queste regioni, nelle quali la gestione dei pagamenti ai fornitori di beni e servizi stenta ad avere una cadenza ordinaria e accettabile, sono ulteriormente gravate da questa norma, che non ha riscontri in altre legislazioni di carattere democratico e liberale, che denega ai titolari di un credito la possibilità di procedere ad esigere questo credito attraverso le procedure ingiuntive e quanto previsto dal codice civile.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Dino Piero Giarda, ha facoltà di rispondere.

 

DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole D'Anna, rispondo sulla base degli elementi che mi sono stati forniti dal Ministero dell'economia e delle finanze.
Sulla questione da lei proposta il Ministero dell'economia e delle finanze fa presente che i piani di rientro dai disavanzi sanitari hanno lo scopo di ricondurre all'equilibrio economico le gestioni sanitarie interessate, per gli esercizi precedenti al 2006, che hanno causato grave compromissione dei saldi di finanza pubblica programmati, innalzamenti della pressione fiscale regionale, determinazione di ingenti stock di debiti regionali.

L'attuazione dei piani, a decorrere dal 2007, costantemente monitorata dai due tavoli tecnici competenti, ha consentito alle regioni di realizzare importanti riqualificazioni dei propri sistemi sanitari, con una progressiva riduzione delle inefficienze di gestione e dei correlati costi.
Dal 2007, infatti, le regioni non hanno più generato perdite e debiti sanitari privi di copertura.
Tra le azioni di risanamento vi sono anche quelle legate alla regolarizzazione del sistema dei pagamenti e al progressivo smaltimento dello stock dei debiti accumulati nel passato, tenuto conto della necessità di ricostruire anche l'esatta entità del debito generato. In tal contesto, si collocano le disposizioni a cui lei fa riferimento.
Il Ministero dell'economia e delle finanze osserva che si tratta di norme destinate alle regioni sottoposte ai piani di rientro e commissariate, in qualche caso, dirette a sospendere l'attivazione o la prosecuzione di azioni esecutive nei confronti delle aziende sanitarie locali e ospedaliere delle regioni medesime, nonché a stabilire che le azioni già intraprese alla data dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 78 del 2010 non producono effetti dalla suddetta data e non vincolano gli enti del servizio sanitario nazionale e i tesorieri fino al 31 dicembre 2012, i quali possono disporre, per le finalità istituzionali dei predetti enti, delle somme agli stessi trasferite.
La finalità delle citate disposizioni è quella di garantire la progressiva regolarizzazione e normalizzazione del sistema dei pagamenti regionali e lo smaltimento dei debiti, fattore individuato tra i responsabili di importanti disfunzioni del sistema gestionale e di conseguenti pesanti oneri diretti e indiretti, nonché di garantire che la regolarizzazione non sia compromessa, rallentata o addirittura impedita dalle azioni esecutive intraprese dai creditori delle aziende.
Onorevole D'Anna, tenuto conto che le regioni interessate, ivi compresa la regione Campania, hanno operato e stanno continuando ad operare per il richiesto riordino, il Ministero dell'economia e delle finanze ritiene indispensabile garantire il periodo di sospensione previsto dalla legislazione vigente.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Anna ha facoltà di replicare.

VINCENZO D'ANNA. Signor Ministro, credo che lei abbia detto una cosa che coglie l'essenza della mia domanda e che testimonia quanto sia improvvido l'intendimento di mantenere ferma questa disposizione. Lei ha detto che le regioni devono giustamente anche avere il tempo per accertare l'esatta consistenza della mole del debito perché nel tourbillon delle azione ingiuntive questa norma consente - attraverso un espediente paralegale - l'inserimento con semplici fatture all'interno delle procedure ingiuntive attivate con il titolo esecutivo.
Alla fine, noi non abbiamo stroncato la patologia, cioè l'abuso del ricorso ad azioni ingiuntive attraverso questo espediente «truffaldino», anche se consentito dalla legge, volto ad inserire in un procedimento ingiuntivo l'esazione, non attraverso un altro titolo esecutivo, quindi accertato da un giudice, ma attraverso l'inserimento di una fattura. Per questo, le regioni si sono viste costrette a chiedere al Governo questo «fermi tutti!», tanto per capirci.
Solo che la norma, così come prevista, blocca tutto, anche le procedure ingiuntive correttamente adottate, quindi con il titolo esecutivo ed il conseguente ristoro di coloro che correttamente richiedono quanto loro dovuto, ma non affronta la tematica di una modifica della norma che impedisca queste azioni parallele e paralegali e la possibilità di inserirsi nelle procedure ingiuntive attraverso fatture che sono presentate apoditticamente dal fornitore e che, quindi, non trovano riscontro.
Quindi pregherei il Governo, anche se vuol mantenere la vigenza della norma, che provveda per il futuro almeno a modificare l'impianto della normativa, evitando che si possa in queste procedure inserire la richiesta di fondi attraverso l'esibizione di una semplice fattura (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

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