(Iniziative volte a garantire lo svincolo delle somme pignorate presso le tesorerie degli enti del Servizio sanitario nazionale nelle regioni sottoposte ai piani di rientro dai disavanzi sanitari - n. 3-01989)
PRESIDENTE. L'onorevole D'Anna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01989 concernente iniziative volte a garantire lo svincolo delle somme pignorate presso le tesorerie degli enti del Servizio sanitario nazionale nelle regioni sottoposte ai piani di rientro dai disavanzi sanitari (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
VINCENZO
D'ANNA.
Signor Presidente, signor Ministro,
intervengo per sottoporre alla sua
attenzione e a quella del Governo
una situazione alquanto incresciosa
che si è determinata soprattutto
nelle regioni meridionali, che sono
gravate di un piano di rientro dal
debito.
Queste regioni, nelle quali la
gestione dei pagamenti ai fornitori
di beni e servizi stenta ad avere
una cadenza ordinaria e accettabile,
sono ulteriormente gravate da questa
norma, che non ha riscontri in altre
legislazioni di carattere
democratico e liberale, che denega
ai titolari di un credito la
possibilità di procedere ad esigere
questo credito attraverso le
procedure ingiuntive e quanto
previsto dal codice civile.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Dino Piero Giarda, ha facoltà di rispondere.
DINO PIERO
GIARDA,
Ministro per i rapporti con il
Parlamento. Signor Presidente,
onorevole D'Anna, rispondo sulla
base degli elementi che mi sono
stati forniti dal Ministero
dell'economia e delle finanze.
Sulla questione da lei proposta il
Ministero dell'economia e delle
finanze fa presente che i piani di
rientro dai disavanzi sanitari hanno
lo scopo di ricondurre
all'equilibrio economico le gestioni
sanitarie interessate, per gli
esercizi precedenti al 2006, che
hanno causato grave compromissione
dei saldi di finanza pubblica
programmati, innalzamenti della
pressione fiscale regionale,
determinazione di ingenti stock
di debiti regionali.
L'attuazione dei piani, a decorrere
dal 2007, costantemente monitorata
dai due tavoli tecnici competenti,
ha consentito alle regioni di
realizzare importanti
riqualificazioni dei propri sistemi
sanitari, con una progressiva
riduzione delle inefficienze di
gestione e dei correlati costi.
Dal 2007, infatti, le regioni non
hanno più generato perdite e debiti
sanitari privi di copertura.
Tra le azioni di risanamento vi sono
anche quelle legate alla
regolarizzazione del sistema dei
pagamenti e al progressivo
smaltimento dello stock dei
debiti accumulati nel passato,
tenuto conto della necessità di
ricostruire anche l'esatta entità
del debito generato. In tal
contesto, si collocano le
disposizioni a cui lei fa
riferimento.
Il Ministero dell'economia e delle
finanze osserva che si tratta di
norme destinate alle regioni
sottoposte ai piani di rientro e
commissariate, in qualche caso,
dirette a sospendere l'attivazione o
la prosecuzione di azioni esecutive
nei confronti delle aziende
sanitarie locali e ospedaliere delle
regioni medesime, nonché a stabilire
che le azioni già intraprese alla
data dell'entrata in vigore del
decreto-legge n. 78 del 2010 non
producono effetti dalla suddetta
data e non vincolano gli enti del
servizio sanitario nazionale e i
tesorieri fino al 31 dicembre 2012,
i quali possono disporre, per le
finalità istituzionali dei predetti
enti, delle somme agli stessi
trasferite.
La finalità delle citate
disposizioni è quella di garantire
la progressiva regolarizzazione e
normalizzazione del sistema dei
pagamenti regionali e lo smaltimento
dei debiti, fattore individuato tra
i responsabili di importanti
disfunzioni del sistema gestionale e
di conseguenti pesanti oneri diretti
e indiretti, nonché di garantire che
la regolarizzazione non sia
compromessa, rallentata o
addirittura impedita dalle azioni
esecutive intraprese dai creditori
delle aziende.
Onorevole D'Anna, tenuto conto che
le regioni interessate, ivi compresa
la regione Campania, hanno operato e
stanno continuando ad operare per il
richiesto riordino, il Ministero
dell'economia e delle finanze
ritiene indispensabile garantire il
periodo di sospensione previsto
dalla legislazione vigente.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Anna ha facoltà di replicare.
VINCENZO
D'ANNA.
Signor Ministro, credo che lei abbia
detto una cosa che coglie l'essenza
della mia domanda e che testimonia
quanto sia improvvido l'intendimento
di mantenere ferma questa
disposizione. Lei ha detto che le
regioni devono giustamente anche
avere il tempo per accertare
l'esatta consistenza della mole del
debito perché nel tourbillon
delle azione ingiuntive questa norma
consente - attraverso un espediente
paralegale - l'inserimento con
semplici fatture all'interno delle
procedure ingiuntive attivate con il
titolo esecutivo.
Alla fine, noi non abbiamo stroncato
la patologia, cioè l'abuso del
ricorso ad azioni ingiuntive
attraverso questo espediente
«truffaldino», anche se consentito
dalla legge, volto ad inserire in un
procedimento ingiuntivo l'esazione,
non attraverso un altro titolo
esecutivo, quindi accertato da un
giudice, ma attraverso l'inserimento
di una fattura. Per questo, le
regioni si sono viste costrette a
chiedere al Governo questo «fermi
tutti!», tanto per capirci.
Solo che la norma, così come
prevista, blocca tutto, anche le
procedure ingiuntive correttamente
adottate, quindi con il titolo
esecutivo ed il conseguente ristoro
di coloro che correttamente
richiedono quanto loro dovuto, ma
non affronta la tematica di una
modifica della norma che impedisca
queste azioni parallele e paralegali
e la possibilità di inserirsi nelle
procedure ingiuntive attraverso
fatture che sono presentate
apoditticamente dal fornitore e che,
quindi, non trovano riscontro.
Quindi pregherei il Governo, anche
se vuol mantenere la vigenza della
norma, che provveda per il futuro
almeno a modificare l'impianto della
normativa, evitando che si possa in
queste procedure inserire la
richiesta di fondi attraverso
l'esibizione di una semplice fattura
(Applausi di deputati del gruppo
Popolo della Libertà).