Camera dei Deputati: Diniego di certificazione del credito per le strutture sanitarie nelle Regioni sottoposte al piano di rientro dal debito. "D'Anna bacchetta Tremonti: strutture sanitarie a rischio nel Sud"

 

Pubblichiamo il testo del resoconto stenografico di seduta, nonché il relativo video, dell’intervento in Aula del Presidente di FederLab Italia On.le Vincenzo D’Anna riguardante l’approvazione della “Legge di Stabilità” nella quale è previsto il diniego di certificazione del credito per le strutture sanitarie nelle Regioni sottoposte al piano di rientro dal debito.

 

Camera dei Deputati

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2968 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2012) (Approvato dal Senato) (A.C. 4773) (12.11.2011 ore 16,15).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4773)

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Anna. Ne ha facoltà.

VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il mio intervento è volto ad annunciare il voto favorevole del gruppo parlamentare Popolo e Territorio ai provvedimenti predisposti dal Governo per il sostegno e il rilancio dell'economia. Ovviamente non entrerò nel merito di tutte le disposizioni e di tutte le proposte contenute nel provvedimento recentemente approvato dal Senato, devo però ribadire che il nostro «sì» è un «sì» sofferto, è un «sì» che viene dato all'ultimo atto di un Governo nel quale noi ci siamo riconosciuti e che con lealtà abbiamo sostenuto.
Molte delle disposizioni contenute in questo provvedimento non ci piacciono, né ci piace la particolarità di alcuni commi di questo testo che non hanno niente a che vedere con il rilancio dell'economia né con quanto è stato concordato in sede europea tra il Governo Berlusconi e i Ministri dell'economia dell'Unione europea. Assistiamo ad alcune disposizioni che sono indecenti e vorrei che il Ministro Tremonti, anch'egli al passo d'addio, mi dedicasse trenta secondi di attenzione.
È prevista all'articolo 13, comma 3, di questo disegno di legge la possibilità per le pubbliche amministrazioni di certificare il credito certo, liquido ed esigibile. Se questo vale per tutta l'Italia ovviamente è previsto che questo non possa essere fatto nelle regioni che hanno un piano di rientro dal debito. Io provengo da una regione, la Campania, nella quale i fornitori di beni e servizi sono sistematicamente non pagati e nella quale non è possibile attivare le procedure ingiuntive a sostegno del credito perché il Governo le ha inibite fino al 31 dicembre 2012. In questo caso non è possibile neanche ottenere la certificazione del credito.
Chiedo al Ministro Tremonti e a tutti coloro che hanno un po' di buon senso in quest'Aula, se non sarebbe stato meglio certificare che centinaia e migliaia di imprenditori dovessero fallire nella regione Campania invece di scrivere queste vere e proprie indecenze.
Trovo pertanto motivo di conforto dalla caduta del Governo perché vada via anche il Ministro Tremonti, il quale è sordo e cieco alle istanze di coloro i quali non hanno grandi poteri dietro le spalle; è sordo alle istanze di migliaia di piccole aziende che costituiscono il tessuto produttivo di intere regioni.
Se in ogni tragedia c'è sempre un punto che ci fa riflettere, noi licenziamo questo provvedimento con il nostro voto favorevole e ci dogliamo che questo sia l'ultimo atto del Governo Berlusconi, ma ci compiacciamo perché questo è - e resta - l'ultimo atto di una scellerata politica che il Ministro dell'economia e delle finanze ha portato avanti, un'economia che non aveva niente di liberale e niente di liberista, un'economia che era fatta di statalismo e di criptosocialismo, che ancora una volta ha usato la leva del debito e la leva della spesa per orientare scelte che non andavano né verso una riforma di sistema, né verso un rilancio dell'economia liberale. Ebbene, in un Paese in cui abbiamo 2.000 miliardi di euro di debito, in un Paese in cui si pagano 100 miliardi l'anno di interessi passivi, in un Paese in cui le classi politiche presenti e future dovranno abbandonare la politica keynesiana nell'intervento dello Stato per procurare prebende, favori e vantaggi ai contemporanei, addebitandone e addossandone il costo ai posteri, noi siamo qui ancora a parlare di alcuni pannicelli caldi, perché questo è un pannicello caldo. Noi ci riserviamo di giudicare chi verrà dopo questo Governo per le cose che ci proporrà, perché questo abbrassons-nous non ci convince, né ci convince questa sorta di generale compiacenza. Non ci convince il fatto che sia nata la Repubblica presidenziale, in cui i Governi non si fanno in quest'Aula, ma si fanno al Quirinale, e non ci convincono tante cose, ma questo è argomento di lunedì prossimo. Sappiate, però, che questo è l'ultimo voto che noi diamo ad un Governo; il prossimo ve lo dovrete guadagnare con proposte che vadano nel senso di una effettiva riforma in senso liberale dello Stato e dell'economia (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio).

  Clicca qui per visualizzare il video dell'intervento in Aula